…und du trinkst IMMERNOCH aus Plastikflaschen, ja?
02.09.2025
Quelle:
https://www.gmx.at/magazine/wissen/natur-umwelt/wilde-schoenheit-harte-realitaet-besten-tierfotos-jahres-41316286
NICHTS IST MEHR HEILIG: IN EUREN BLÖDBLUZERN! So schaut’s aus!!!!
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Ihr lebt da in Hirnkammerln mit Onaniertapeten dahin… ES IST SCHRECKLICH!! Die tatsächliche Erde.. KENNT IHR HIRNRISSE GAR NICHT!
Was für euch „Arbeit“ – bezahlungswürdige… — ist, ist VOR-alttestamentarisch, also echt!! Ich trage meine faulen Eier herum. DAFÜR falle man vor mir in Kotauohnmachten nieder und bewerfe mich mit Wahnsinnsgeldern, da ich Irrengelder einfach verstrawanze, so zwischen Freunderln, hocherotisch erregendenden mein TIEFSTES FÜHLEN, fürchterliche Feigheit und Furcht, Feinden.. na und so halt: Schmiergelder, Schmierengelder, Honorare für Expertenausschiß und was eben so ein im ZWergerlösterreich-Elitenleben eh erbärmlich ausmacht, gell.
Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja!Jaja! Oder irgendwann einmal hier NEIN!!!, dann wieder dort RAUS!!!! Und lassen Sie sich nie mehr hier blicken! oder ganz nett, einfach rumms: durch eine Falltüre, am besten eine nette FOIBA, entsorgt.
Foibe
Con il termine foiba, che deriva dal latino fovea, vengono chiamati gli inghiottitoi naturali tipici delle aree carsiche; tali abissi si prestano assai bene a far scomparire in maniera rapida oggetti di dimensioni anche notevoli nelle zone in cui la natura rocciosa del terreno rende problematico lo scavo. In tal senso nella Venezia Giulia (ex province di Trieste, Gorizia, Pola e Fiume) le f. vennero largamente utilizzate durante la Seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, per liberarsi dei corpi di coloro che erano caduti a causa degli scontri tra nazifascisti e partigiani, e soprattutto per occultare le vittime delle ondate di violenza di massa scatenate a due riprese – dapprima nell’autunno del 1943 e successivamente nella primavera del 1945 – da parte del movimento di liberazione sloveno e croato e delle strutture del nuovo Stato iugoslavo creato da Tito. Furono principalmente i cadaveri di vittime delle fucilazioni a essere gettati nelle f. e in altre cavità artificiali, quali, per fare un esempio, le cave di bauxite dell’Istria oppure il pozzo della miniera di Basovizza, ma in alcuni casi nell’abisso furono precipitate anche persone ancora in vita. Talvolta infatti i condannati venivano fatti allineare sull’orlo della f. e legati fra loro con filo di ferro; successivamente coloro che venivano colpiti dalla scarica trascinavano giù, insieme a loro, gli altri. Particolarmente note sono la ‚foiba dei colombi‘ di Vines, in Istria (nella attuale Repubblica di Croazia), dalla quale vennero recuperati, nel 1943, ben 84 corpi, e il pozzo di Basovizza, nei pressi di Trieste, divenuto poi monumento nazionale, in cui nel 1945 venne gettato un numero imprecisato di persone. Testimonianze dell’epoca raccolte da parte britannica parlano di alcune centinaia di vittime, mentre da parte italiana vennero diffuse cifre assai superiori, fondate però unicamente sulla cubatura dei detriti presenti nel pozzo. Le esplorazioni di tale cavità sono state ostacolate dalla ingente massa di materiali, compresi proiettili inesplosi, che vi furono gettati dagli iugoslavi allo scopo di celare la strage, e non hanno prodotto significativi risultati.
Non tutte le vittime delle due ondate di violenza hanno però trovato la morte nelle f.: anzi, buona parte degli scomparsi perì in altro modo, soprattutto nelle carceri e nei campi di concentramento iugoslavi. Tuttavia, il forte impatto emotivo derivante dalla scoperta dei primi ‚infoibamenti‘ nell’ottobre del 1943, ha fatto sì che da quel momento il termine foibe fosse usato per definire nel loro complesso le stragi avvenute nella Venezia Giulia, mentre infoibati sono stati in genere considerati tutti coloro che vennero uccisi nel corso delle medesime stragi. Un simile uso simbolico del termine è all’origine di notevoli equivoci sul piano interpretativo e ha offerto inoltre ampio spazio al negazionismo. Appare quindi opportuno, al fine di comprendere meglio tanto le dimensioni quanto il significato delle violenze di massa, fare uso dell’espressione stragi iugoslave, al cui interno rientra anche la modalità specifica dell’infoibamento.
Quanto alle dimensioni del fenomeno, le stime sono rese problematiche dalla natura delle fonti. Le ipotesi più attendibili parlano di circa 600-700 vittime per il 1943, quando a essere coinvolta fu soprattutto l’Istria, e di più di 10.000 arrestati – in massima parte, ma non esclusivamente, di nazionalità italiana -, alcune migliaia dei quali non fecero ritorno nel 1945, quando l’epicentro delle violenze fu costituito da Trieste, Gorizia e Fiume. Nel complesso, un ordine di grandezza tra le 4000 e le 5000 vittime sembra essere attendibile; cifre superiori si raggiungono soltanto conteggiando anche i caduti che si ebbero da parte italiana nella lotta antipartigiana.
La prima ondata di violenze si ebbe dopo l’8 settembre. Crollate le strutture dello Stato italiano, i tedeschi occuparono in un primo momento soltanto i centri strategici di Trieste, Pola e Fiume, mentre nell’interno dell’Istria il potere venne assunto dal movimento di liberazione iugoslavo. In un quadro di generale confusione insorsero i contadini croati, affluirono le formazioni partigiane operanti nell’entroterra croato e ovunque vennero instaurati i ‚poteri popolari‘. Subito cominciarono gli arresti. Accanto a squadristi e gerarchi locali vennero prelevati podestà, segretari e messi comunali, carabinieri, guardie campestri, esattori delle tasse e ufficiali postali: un segno questo della diffusa volontà di spazzare via chiunque potesse fare ricordare l’amministrazione italiana. Nell’insurrezione, però, i connotati etnici e politici si saldavano inestricabilmente con quelli sociali; in tal modo bersaglio delle retate divennero anche i possidenti italiani, vittime dell’antagonismo di classe che coloni e mezzadri croati avevano accumulato nei confronti dei proprietari italiani. Sorte simile venne riservata a molti dirigenti, impiegati nonché capisquadra di imprese industriali, cantieristiche e minerarie. Ben presto però, il campo delle violenze si allargò fino a coinvolgere tutte le figure maggiormente rappresentative delle comunità italiane (dagli avvocati alle levatrici), vittime di una fiammata di furore nazionalista che però non era fine a sé stessa, ma piuttosto funzionale a un disegno politico di distruzione della classe dirigente italiana, considerata un ostacolo per l’affermazione del nuovo corso politico. Significativamente, negli stessi giorni a Pisino il Comitato popolare di liberazione proclamò l’annessione della regione alla Croazia e la cittadina divenne il centro della repressione: vi fu creato un tribunale rivoluzionario e nel castello fu concentrata la maggior parte degli arrestati provenienti da altre località dell’Istria. Di questi, numerosi furono uccisi nel corso delle successive settimane di settembre, molti altri vennero eliminati in massa ai primi di ottobre quando, di fronte a un’offensiva tedesca, le autorità popolari decisero di liberarsi di tutti i prigionieri, i quali potevano trasformarsi in pericolosi testimoni.
Nel clima di selvaggia rivolta contadina, con la sua commistione di rancori etnici, familiari e di interesse, in cui trovarono posto anche casi di distruzione dei catasti, di linciaggio e di violenze sessuali, si innestò dunque la violenza programmata. Fonti croate del tempo confermano come uno dei compiti prioritari affidati ai poteri popolari in Istria fosse proprio quello di ‚ripulire‘ il territorio dai ’nemici del popolo‘: una formula questa che, nella sua indeterminatezza, si prestava a comprendere tutti coloro che non collaboravano attivamente al movimento di liberazione.
La seconda ondata di violenze di massa ebbe inizio nei primi giorni di maggio del 1945, quando le truppe iugoslave giunsero nella Venezia Giulia. Appena cessati i combattimenti, infatti, centinaia di militari della Repubblica sociale italiana caduti prigionieri furono passati per le armi (lo stesso accadde a quelli tedeschi) e migliaia di altri furono avviati verso i campi di prigionia – fra i quali particolarmente famigerato fu quello di Borovnica – dove fame, violenze e malattie mieterono un gran numero di vittime.
Nella logica dell’eliminazione delle forze armate nemiche esistenti sul territorio rientra anche la deportazione delle unità della Guardia di Finanza, che non avevano mai partecipato ad azioni antipartigiane, e di molti membri della Guardia civica di Trieste. In entrambi i casi, si trattava di formazioni che, largamente infiltrate dal Comitato di liberazione nazionale (CLN), avevano partecipato sotto i suoi comandi alla battaglia finale contro i tedeschi, e tale circostanza permette di chiarire come l’obiettivo reale dell’azione repressiva condotta nei loro confronti consistesse nella liquidazione di qualsiasi forma di potere armato non inquadrato nell’armata iugoslava. Esplicite sono al riguardo le indicazioni presenti nelle fonti, che sottolineano la preoccupazione dei dirigenti del Partito comunista sloveno per l’esistenza a Trieste di strutture politiche e di forze militari non soltanto non disponibili a rendersi subalterne nei confronti del movimento di liberazione iugoslavo, ma pure impegnate a cercare un’autonoma legittimazione antifascista agli occhi della popolazione e degli anglo-americani. Conseguentemente, a essere perseguitati furono anche i combattenti delle formazioni partigiane italiane, le quali, sotto la guida del CLN, avevano lanciato il 30 aprile a Trieste un’insurrezione contro i tedeschi, apertamente concorrenziale rispetto alla liberazione che arrivava sulla punta delle baionette iugoslave.
Foibe – Enciclopedia – Treccani
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DAS WERDEN ist von euch ALS FEINDBILD halluziniert!!!
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Leben ersetzt durch Scheckbuchblättern! DER ANDERE WALD, ha?????
ES IST HIENICH, WIE DIE POLITPROLETEN ALLEINE DURCH DEN COVIZID DIE PLASTIKMASSE NOCHMALS AUFGETONNT HABEN!
WIR ERDE BRAUCHEN KEINE EINZIGE Handlung mehr gegen das Leben und den Planeten!! ES REICHT, IHR DEPPEN REICHT, und das ist euch derart zu reichen, daß ihr ABWELTET, aber heftig, zackzack und restfrei! AB IN DEPPENSPIELZIMMER!! Dort röchelt euer Deppenhirnstinken zu Ende!!
IHR SEID DES FREIEN LEBENS IN DER ERDE NICHT WERT!! DA DIESES euch nur ein Scheißhäusl ist!
AWA GELD IN EURE EIGENEN ÄRSCHE IN LASTWAGENFUHREN, GELL!!!!???
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Mensch, WENN ICH NICHTS UND NICHTS ZUSAMMENBRINGE, DANN DANKE ICH AB!
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Geht spazieren. RENNT MIT EUREN BLÖDRAUBGELDERN FÜR BESCHÄDIGUNGS“LEISTUNGEN“ AM LAND auf Golfplätze und vertrollt DORT eure weiteren Atemzüge. KEINE AHNUNg, aber RÄUMT ORDENTLICHE ARBEITSSTELLEN, ihr hirnlosen Fratzendeppen!
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WIE KANN MAN EIN SO TREU ARBEITENDES DURCH UND DURCH LAND SO HIENICHDEPPERT ————–gegenalleWände.die es nicht gibt— REGIEREN!!!!???
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DIESE LEISTUNG IST GEWALTIG,
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UND GEWALTIG UNERWÜNSCHT! RAUS AUS EUREN Posten, und da Menschen hin, DENEN ZUFÄLLIG DIE ERDE, komischerweise unser H-Aus?? und HEIM, AM HERZEN UND DAMIT IM HIRN LIEGT!!
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SOWAS von PRISMATISCHgallepampeschmiereprospektglobaldaneben.
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BRUNZ DIR __laufend.. _____ INS EIGENE BETT!
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Vielleicht gibt’s dir dann der Herr im Schlafe. Who tells…
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Lauter Helden…. nur kennen’s nicht amal aan Apfel.
Von Pfeil und zielen, KINDERN!! brauchma net redn.
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Adrenochrom stattdessen, jaja.
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wie KANN man so hienich herunterkommen. IN DIESE ERDEFÜLLE AN SCHÖNHEIT UND NATUR UND GESCHEHENSFREUDEN, menschlichem Können und Stetigkeit und und und und….
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DA macht euch Spaß, bereitet euch Freude DIE ABSURDDEPPEN DAUERZUGEBEN, allen ersichtlich ja? WAS HABT IHR ALLES RUINIERT!!!?
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AB in Behindertenwerkstätten!
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UND AB NUN FÄHIGKEITEN– eure… – EHRLICH!
NEHMT EURE GELDER, die ihr NIEMALS VERDIENT, da nie gegengeleistet habt.
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UND GEHT SPIELEN, ABER ALLE STEMPEL DER REPUBLIK sind euch zu entziehen! RAUS!! IHR SEID RAUSLÄNDER, nur wie kommen andere Länder dazu, daß wir UNSEREN MÜLL ihnen hineinkippen, also wir lassen euch HIER zuendespielen, ihr DEPPEN.. irgendwo, wo ihr nichts WEITERES anrichten könnt!
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JA HAMMAS!
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