du mußt.. deine Frau mit Liebe betrachte können
18.11.2022
es gibt den Blick auf das andere Wesen.
daraus entstehe ich dann als Fühlgebilde selbst.
in diesem Mitentstehenden D-u fühle ich Speielendwerden, bespieltzuseinfühlen.
nun betrachte ich dieses frisch und überraschend mir wachsende als Ich, -ich.
also das sogenannte VERlieben..
geht zuerst nach innen, in B-Reiche, die man noch nicht selbst gewahrungserschossen hat, also wo das kleine eigene Bewußt-Sein noch nicht war (wer da ein Geringes ausgebildet hat, und damit jedes halbwegs mögliche Object – S’ichAufEtwasHinwerden – ob.iacere — hinpfannlt, und es IN MEINER ICHBRATPFANNEschmnorverdrischt, und dann auch wie eine Pfanne einfach still wider liegt, kalt, und zu säubern………………………………
oggètto s. m. [dal lat. mediev. obiectum, neutro sostantivato di obiectus, part. pass. di obicĕre«porre innanzi»; propr. «ciò che è posto innanzi (al pensiero o alla vista)»]. – 1. In filosofia, ogni cosa che il soggetto percepisce come diversa da sé, quindi tutto ciò che è pensato, in quanto si distingue sia dal soggetto pensante sia dall’atto con cui è pensato: o. reale, immaginario, sensibile, ideale, materiale, immateriale; l’o. della conoscenza, del pensiero, della coscienza, della sensazione, delle percezioni, oppure la conoscenza, la percezione degli o., la rappresentazione degli o. alla mente. In questo senso, la parola non implica necessariamente l’esistenza in sé della cosa pensata; in altri casi, invece, indica una realtà che possiede un’esistenza propria, indipendente dalla conoscenza o dall’idea che ne può avere il soggetto pensante: o. conoscibili e o. inconoscibili. 2. Per estens. a. La cosa (materiale o non materiale) o la persona cui è diretta un’azione, un’attività, un comportamento, o alla quale è rivolto un sentimento: quell’opera fu per molto tempo l’o. dei suoi pensieri; il lavoro è l’o. delle mie preoccupazioni; qual è l’o. dei tuoi studî, delle tue ricerche?; essere o. di venerazione, di amore, di pietà, d’invidia; divenire o. di scherno. b. Nel linguaggio giur., o. del diritto, in senso generale, l’attività umana nelle sue varie manifestazioni; più comunem., con riferimento ai diritti soggettivi, l’oggetto si identifica con i beni suscettibili di utilizzazione ritenuti dal diritto idonei a soddisfare le varie esigenze dei singoli e della società; o. del negozio giuridico, l’interesse o gli interessi che le parti intendono regolare con adeguate dichiarazioni di volontà; o. dell’obbligazione, la prestazione cui il debitore è tenuto in ragione del vincolo obbligatorio. c. Ciò che costituisce il fine, lo scopo di un’azione, un’attività, un comportamento; ciò che ci si propone di raggiungere e di realizzare: l’o. costante dei miei desiderî è la serenità; avere per o. la scoperta della verità; la gloria è giudicata il maggior bene che sia concesso ai mortali, e il più degno o. che questi possano proporre alle cure e alle azioni loro(Leopardi); anche come sinon. di scopo: l’o. d’una visita, d’un viaggio; l’o. principale dell’articolo è di far conoscere con esattezza la situazione attuale. d. Materia, argomento: l’o. della conversazione, d’una conferenza, d’un discorso. In partic., nelle lettere e nelle pratiche d’ufficio, indicazione sommaria dell’argomento di cui la pratica o la lettera trattano; frequente la locuz. agg. in oggetto, riferita, in senso proprio, all’argomento precisato in capo alla lettera o alla pratica, e con uso estens. alla questione di cui si parla o scrive (tornando al problema in oggetto …). 3. In senso più concr. e più com., ogni cosa che cada sotto i sensi dell’uomo: la luce permette di distinguere i varî o.; non conosco l’uso di questo o.; in partic. (spec. con una determinazione), cosa che abbia una forma definita e sia opera del lavoro umano: o. artistici, preziosi, di lusso; oggetti d’abbigliamento; aveva le tasche piene di o. inutili; ufficio degli o. smarriti; è vietato toccare gli o. esposti. O. d’arte (traduz. del fr. objet d’art, ted. Kunstgegenstand), nel linguaggio delle arti figurative, denominazione della categoria dei prodotti delle arti minori, distinta dalla pittura e dalla scultura; di qui, con uso arbitrariamente ellittico, il semplice oggetto è stato assunto nel linguaggio del commercio per designare genericam. quei prodotti decorativi che sono compresi nella cosiddetta oggettistica (v.). In astronomia, o. celeste, qualsiasi corpo celeste non altrimenti specificato. 4. In ottica, punto–oggetto, o semplicem. oggetto, in contrapp. a immagine, il punto dal quale provengono o sembrano provenire i raggi luminosi che concorrono a formare l’immagine fornita da un sistema o strumento ottico; spazio–oggetti, l’insieme dei punti che, in relazione a un dato sistema ottico, possono essere punti-oggetto. 5. In informatica, codice oggetto, la sequenza di istruzioni in linguaggio di macchina nella quale viene trasformato un programma, scritto in un linguaggio simbolico di livello elevato, dopo che ne è stata effettuata la traduzione da parte del compilatore (v.). 6. In grammatica, s’intende per oggettodell’azione verbale la persona o la cosa, concreta o astratta, su cui si esercita l’azione esplicata da un’entità agente, soggetto dell’azione, e che, nella frase con verbo transitivo attivo, costituisce il complemento diretto del verbo, cioè il complemento oggetto; questo, nelle lingue indoeuropee con declinazione, è indicato dal caso accusativo, nelle altre per mezzo della collocazione, in genere dopo il verbo. Nelle frasi in cui l’azione è espressa da un verbo in forma passiva, oggetto dell’azione è, al contrario, il soggetto grammaticale. Complemento dell’o. interno, quello che si ha con verbi intransitivi, quando consta di una parola di significato affine a quello del verbo o anche etimologicamente connesso con questo (per es.: vivere un’esistenza, o una vita, piena di stenti; sognare sogni beati). 7. In psicanalisi, il termine designa ciò con cui un individuo è in rapporto, elemento fondamentale, quindi, della relazione che la persona intrattiene con l’altro o con ciò che percepisce come altro; è in genere specificato dagli aspetti della relazione che si intendono sottolineare: o. libidico, la meta di soddisfazione dei desiderî; o. reale, o. parziale, la persona con cui si è in rapporto in quanto vissuta nella sua interezza o, rispettivamente, in quanto sostituita da una sua parte (come il seno o il pene) che simbolicamente rappresenti caratteristiche affettive e relazionali della persona totale; o. esterno, o. interno, quelli che costituiscono eventi reali ed esterni o, rispettivam., rappresentazioni interne e quindi fantasmatiche. 8. Con funzione appositiva, donna oggetto, locuzione con cui si è inteso qualificare polemicamente, spec. nell’ambito del femminismo, la condizione sociale delle donne, che sono state costrette in ruoli di passività e subalternità invece di essere considerate persone e soggetti sociali, con conseguente riduzione della singola donna a oggetto sessuale, e dell’immagine femminile a mero strumento dell’erotismo, della pubblicità, delle mode, ecc. ◆ Dim. oggettino, spreg. oggettùccio, entrambi solo nel sign. 3.
Lieben ist wohl das volle Segnen des Werdens eines Wesens.
Und beinhaltet sogar meinen Gehenwillen, sollte es eng werden, und wir einander zu beschämen und schänden beginnen: wenn man Unwill in den anderen hineinabwischt, mit „BezieungserhaltungsSEX“ und all dieses Zerstören von Schönem, das man teilen hat dürfen. Man möchte halt die Lebensumstände erhalten? DIE.. gäbe es auch wonaders, oder, bescheidener aber wahr – das üppigste Wohlbefinden über_und unter-haupt—– all.eins, widerum, ohne das eigene Fühlempfindungsfelderklingen irgendwo dauerverstellt zu haben, dauerniedergenagelt, wie auch immer: beeinträchtigt.. schwanger gehen, mit was sterben will, oder gar nicht mehr lebt. Unsere Hüllenkörper bedürfen derselben wachen Wahrung wie jede andere Schwangerschaft auch. Gesundheit hat Regeln. Und sie sind alle allbekannt, und daß wir jeder dann unseren Teil davon kennenlernen durch das Leben dürfen, ist Teil der Gesamtschönheit daraus: der Garten ohne Gäste, weil er nur durch dich entsteht, und gedeiht. Aber als Schönheit in alle Welten weiterklingt, als Freuen, fühlbar auch ganz ohne dein antlitz dazu. Ein Geheimnis des Raumes als deinem Freund.
.
Etymologisches Wörterbuch (Wolfgang Pfeifer)
Objekt n. ‘Gegenstand oder Ziel des Denkens und Handelns, Sache von besonderem Interesse, Vertragsgegenstand’, spätmhd. object (14. Jh.), Entlehnung von spätlat. obiectum ‘Vorwurf, Beschuldigung, Hindernis, Einwand’ (im Mlat. der Scholastik auch ‘sich den Sinnen darbietender Gegenstand, Ziel’), lat. obiecta Plur. ‘Vorwürfe, Beschuldigungen’, Substantivierung des neutralen Part. Perf. von lat. obicere (obiectum) ‘entgegenwerfen, -stellen, vorsetzen, darbieten, vorwerfen’ (vgl. lat. ob‘entgegen, vor, über etw. hin, wegen, für’ und iacere ‘werfen’). Im Dt. versucht man, Objekt (eigentlich ‘das Entgegengestellte, Vorgeworfene’, noch bis ins 18. Jh. auch mit lat. Flexionsendungen) zunächst mit Gegenwurf zu übersetzen (so schon im 14. Jh.), seit dem Ende des 17. Jhs. tritt Gegenstand (s. d.) teilweise an seine Stelle. Die neuere Philosophie (seit Kant) versteht unter Objekt ‘jede Erscheinung der außerhalb des erkennenden Subjekts und unabhängig von dessen Bewußtsein existierenden Wirklichkeit’. Als grammatischer Terminus steht es für ‘Ziel, auf das sich die Aussage eines Satzes richtet, Satzergänzung’ (Ende 17. Jh.). – objektiv Adj. ‘unabhängig vom Subjekt und seinem Bewußtsein existierend, tatsächlich vorhanden, der Wirklichkeit gerecht werdend, sachlich, vorurteilsfrei’ (2. Hälfte 18. Jh., im 18./19. Jh. auch objektivisch, um 1800 verdeutscht mitgegenständlich), wohl ein nlat. objectīvus voraussetzend, doch vgl. in anderem Sinne schon mlat.objectivus ‘der Vorstellung angehörend, zum geistigen Bild von einer Sache gehörig’ (bei Scholastikern),mfrz. objectivement Adv. (15. Jh.), frz. objectif, engl. objective (beide 17. Jh.). Objektiv n. ‘dem Gegenstand zugewandte Linse oder Linsengruppe eines optischen Gerätes’ (1. Hälfte 19. Jh.), verkürzt aus Objektivglas (18. Jh., Gegenbildung zu Okularglas, s. Okular), vgl. gleichbed. frz. objectif m. nebenverre objectif (17. Jh.). Objektivität f. ‘die Gegebenheiten der objektiven Realität berücksichtigende Betrachtungsweise, Wirklichkeitstreue, Sachlichkeit’, früher auch ‘Gegenständlichkeit, reale Existenz’ (Ende 18. Jh.), latinisierende Ableitung von objektiv (s. oben). Objektivismus m. seit Anfang des 20. Jhs. gebräuchlicher philosophischer Terminus, in der Erkenntnistheorie und Ethik für das Anerkennen allgemeingültiger Wahrheiten bzw. für das Streben nach objektiven Normen des sittlichen Handelns, Lehre, die Erfahrungswerte des objektiv Gegebenen betrachtet.
hat dieses eigene Wer-Den?N <: zu schnell abgebrochen, und rennt mit einem Stock, und nennt diesen Meisterhammer sucht Ammedame zum Michabdreschenlassen, und mich als Meister und Herr (ggf. Gott) oder auch als Sandkorn … (auch diese Variante des Billiggenießens und Beisichblebens, das aber in des anderen Leib, der anderen Leiber, gibt es…__könnt‘ Christi als Leicher herumhängen entsprechen: selbstüppigübergehend..)
still
fühlen wie dein Herzfeld in ihre Handlungen und ihren Duftraum fließt
wie dein Begehren sich dir erzählt, und du diesen Feuer Farbung versprichst, leisefröhlich
es ist dieses sahfte Gedeihen der Hüllenfelder, der wässrigen, der luftigbeflügelnden, der feuerlachenden
UND DIESE ARBEITEN AUCH,
und du weißt es..
wo der andere müdegedroschen ist, von Banalge?wahr??enden, sich selbst entblättert und entblößt in seiner Wohlfühlrinde,
da findet dein lauschend-begegnungsfrohes HERZ ALLE WEGE UND STRÖMT Wärme, Zartes, Heilung…
durch Türn, durch welche du dem anderen nicht folgen kannst, siehst du sie und ihn in dessen Tapferkeiten gehen, dein Herz flicht durch dein Antlitz dem Segen, schön Gutes bei der Wiederkunft,
und waches Wertschätzen, sanftes Bewundern, des Menschen, der da neben dir sich legt und ruht, auch, dir gut.
.
.
es braucht nicht immer in 3D zu rumpeln,
aus 4D sich Geisterischliches hereinzuwabern,
5D belehrend herumzuhupfen, göttlich sich greinend und so weiter, alles mit seinem Prallhirn belallend, und du solst dem Gefäß sein, kritiklos sowieso.. also alle diese Leichtdimensionalen, die meinen, sich uns wie ein Goofyschaumbadkopfstück draufzuschrauben (weil ihnen hier die Füße nicht und nicht w.achsen??)
und es tut sich doch so viele und alles,
und Träume streichen ale leise Nebel und Sonnenstrahlen durch jede Geste,
die so im tieferen Odlied geschieht,
in einer völlig anderen Akustik.
.
.
Die Mühen den anderen in der Seele und im Herzen weich entdecken, die sie, welcher er schon vergessen hat, oder darin tapfer steht, und zu viele geh’n daran vorbei..
weiche Halbsätze finden, die dem anderen Brücken in ihme selbst wieder werden, zu warmen, schönen Stellen in der Gesamtwesenslandschaft
das.. So–irgendwie-das—Gegenteil–davon, das Sichingedankendavonschleichen, das inGedankenStetigMurren, und alle diese AbschottungOhneEhreDesABSTANDESwahr, also so daß ihn auch die andere, der anDir’e ihrerseits herz- und lebens- und fühlweitspielwahr erleben kann und „darf“,
das vergiftet euch beide.
Zuerst wird der gehen oder krank, in dessen Hüllen derartige Mischfühlhalbgite dauerströmen, sie das körpernah, oder auch körperferne.. es ist ja alles leitend;
und dann: wird die oder der Dauerekelnachdrüser, dieder aber nicht locker läßt (Wirtschaftsgemeinschaft, aufrechterhalten mit Aufanderekeifen und sich Besserovrkommen als jene oder diese „Paare“, uraltverwachsensein, denken ZU REGIEREN, das Heft in der Hand zu haben, und in Wahrheit.. wird man irgendwann die und der Ausgetrickste, denn das endet in Filzverkleidete Erbschacherei.. wer wird überleben, und den gehorteten Standard dann wider fröhlich zu genießen schaffen?? Was atürlich EIN SUPER“partnerschaftsklima“ ergibt, denn nun hat auch der Gutwillige den harten Gang eingelegt. Und je lieber ein Mensch ist, desto biegsamer versteht sie oder er dann ein Nein zu leben, rein, pur, sauber, mit dem man ihn hineinzudrehen versucht hat. Echte Herzmenschen möchte ich niemals zu Feinden. Die haben Kräfte ohne Ende, wenn sie diese in einem Ganzentschluß führen. Was natürlich im Verbindlichen genauso seine Früchte entfaltet, trägt und reift: erntet.. und dazubieten sich freut.
.
.
Etwas ganz Besonderes ist gemeinsam zu arbeiten, oder aber am Arbeiten des jewils anderen echtes Interesse zu verspüren; dieses Mitdenken von jemand dich sehr stark Fühlraumhörenden___ Kollegialität auf diesem Niveau, das dich auch umarmt und küßt.. ist wohl auch dem gesamten Umfeld solch eines Paares Wohltat, und eine genaz bsondere Art von Vertrauentreue.
.
.
Lieben ist für mich ganz sicherlich auch das Bedürfnis und der feine Wunsch, die Ehre und den Wert des anderen, da wo sie oder er dessen sichverlustig gegangen wähnt, oder man so mit ihr-ihm umspringt, weich tiefer zu unterfangen, und so wiederherzustellen, auch in des anderen Selbstwertgefühl.
Lieben findet einfach Wege.. in die der andere so lange schon das Leben bat oder bittet, und sieht Schönheit um Schönheit tief innen auch, langsam die Landschaft des Wesens des anderen Menschenwesens still durchwandernd, sich darin ergehen dürfend, in so vielen Zeitgebinden, welche leise gedeihen.. der andere und man selbst auch gedankenverloren, träumend, oder parabernd… wie Rüdiger in Mümchen das so urcool sagte – einen herzhaften Gruß ihm, nun im Himmel!! — und dann hab‘ ich sechs Kinder ghabt, und dann hab ich grödlt, daßßmas Arschwasser kocht‘ hat! /prachtvolle _fenstersetzende __ Münchner Handwerkerfamilie. /leider kann ich das münchner Idiom nicht widergeben.. ich war so hingerissen, wie er das sagte, daß ich ihn gefragt habe, lachend, ob ich seinen Spruch für meine Grabstein haben darf. ES WAR SOOO COOL, beim Frühstück in der Stube, mit Weißwürsten.. und so viel lebendigen Menschenleben darein verwoben. Ehrfurcht vor diesem Lebenswer für immer!! Und Dank. Davon berührt worden zu sein, ja.
Ein Beziehungsguthaben, das sich am Leben nur verschleißt und schindet, ist entsetzlich zu leben. Es ist grausam ohne Ende, und man KANN in sowas drinnenstecken. Naja..
Ich muß dir dein Zukunftendes mit herzlachen können… du hast so viel Zukunft um dich! Du liebst das Leben, tief, hingegeben.. vernünftig, und auch mit Zartheit an den vielen Wachstumsstellen, die teilweise schmerzen; das ist einfach so. Ich muß es lieben können, daß du und wie du dich menschlich entwickelst. Dieser Entwicklungsraum um dich.. muß mir aufrichtig gefallen, und vice versa. Sonst ist man urschnell am Ende eines Beziehungspotantials, und dann beginnt das langsam Zuwachsen, Verwachsen, und nur mehr idiotische Kreisgedanken, drei, vier „haben“ , scheinbar sein, anscheinend nur mehr zu sein schaffen. Dann sind da zwei in einer wechselseitigen Entwertungsspirale, die ihre Schäden zeitigen wird, unweigerlich, da sich ja keiner weigert, darin weiter sackgassenschußzufahren.. und langsam wird alles kalt, alt, schal, öde.. sagenhaft trist. Man hätte sich trennen sollen, als man einander noch für einiges herzlich Dank im Herzen weitertragen hätte können. Es ist.. insgesamt ein peinliches Gebilde, auch alle anderen.. und die Fehlen werden darein sich noch weiter mithaken. Glückende, Miesbeginn.
Ich möchte einmal klar und ehrlich sagen, ich verstehe NICHT, warum Gefühle immer als verhandelbar dargestellt werden. Ich erlebe das nicht so. Denken, also Fühlmodelle – Sekundärgebilde, ja: hier kann man abstrahieren und so weiter.
Aber Empfindungen, und deren Wellengebilde, die Gefühle, das Fühlen: die kann man nur wahr nehmen, wahr finden.. und so gestaltwerden lassen..
HIER GELTEN VÖLLIG ANDERE GESETZE als in den verhandelbaren Handlungswelten. In der Regel liest man das vollkommen verdreht. Das ist Nonsense, und man rennt sich da regelmäßig und unfehlbar an. Wahr ist wahr im Fühlspiel UND im Bespielen des eigenen und gemeinsamen Fühlens, wozu das Ehren ebenso gehört, also sehr höfliche Fühlgebilde oder solche mit großen Abstand ebenso. Wahr ist wahr, und daran TIEF ZU ARBEITEN, aber nur mit dem Werkzeug Wahr. ALLES ANDERE gibt Bruch, unter Umständen: mitten durch einen durch, und urschmerzlich…. sicherlich darf man eigenen Gefühle zurückhalten oder formen; aber irgendwann, wenn es in andere Ebenen weitersinkt oder -wächst, hat es 3D-Kraft, und dann will ES geschehen, denn es ist.. eigentlich nicht mehr ganz nur du, unberührt.
WOMIT LETZTLICH, RICHTIG?, für das Lieben als Dichtungswebe des LEBENS alle Regeln füglichen Miteinanderumgehens im Völligbeweglichen, dem Alltag, gelten; weiters alle Regeln der Freundschaft, echter, wahrer..
und unter diesem Niveau sollte man einanander Wege sich auch nicht wieder trennen lassen! Wo FReundschaftlichkeit und Dank immerhin nicht bleibend besteht, war wohl von Anfang an: solches nicht menschlich echt da. Auch nicht als Anlage. UND: wenn das nur bei einem vorhanden ist, fällt es trotzden an den tiefsten gemeinsamen Punkt, und der kann im anderen Menschenwesen liegen. Man fällt irgendwie.. mit. Es kommen nur beide dann wohl völlig anders daraus wieder in sich zurück. Die Mieslingsgurke dreht sich nur einfach kurz um, und ist schon wider ganz ganz ganz daheim. Der andere Teil wird wohl lange und weit wandern, um wieder zu sich selbst zu gelangen.
UND DARÜBERHINAUS Zartheit und sanftes Geben und Nehmen, Austauschen für wer sich dir nahe zu leben die Grazie und auch den Mut, das wohlwollende Sichanvertrauen — denn hier geht es bis zu um Gesundheit und sogar Länge des eigenen Lebens; man setzt, nah, wahr sich selbst auf’s Spiel, bespielt: das IST Liebe ——— aufbringt.
Ich kenne auch kein dramatischeres „Ich liebe dich“ als das der deutschen Sprache: mit 3 i’s, also der völligen in die Essenztromachse-Hereinnehmens.
Ti amo floatet, fließt, bildet eine Welle
je t’aime ist mit einem „ö“ sehr anders…
szeretlek unglaublich strukturendicht..
ljubim te hier muß ich passen, denn dieses slowenische LJU habe ich einfach unsäglich gern <<. ich gind’s einfach schön..
ich liebe dich, wenn wir uns dieses noch einmal lauschen-vornehmen und nun auch die Mitlaute beachten… ich finde da zwei Atemlaute, einmal selbst genommen, einmal dem anderen gegeben, verliehen.. ch, das als ch1, ch2 je nach dem Selbstlaut, Vokal, dem es folgt – seltener auch: auf welchen es sich nachfolgend einstellt… sprechen Sie einmal durch_ ach, ech ich och uch.. IN IHREM MUNDRAUM findet diese geengte Hauchlaut ohne Stimmlippenmitschwingung jeweils hochfein leise anders statt.. also Sie bilden diesen
https://de.wikipedia.org/wiki/Ch_(Digraph/also einfach durch zwei Zeichen dargestellt..) ____
Reibelaut, den ich eher als Strömungslaut, mudulierten, gedrosselten, gefärbten durch die Sprachorganestellung bezeichnen würde.. WESENTLICH ist mir damit die Verwandtschaft mit dem Hauchlaut h, der ja VOLL FASZINIEREND IST! Also das Urtümlichste überhaupt vielleicht.. auch weil er ja jedes Sprechendwerden über den ERdekörper öffnet und aus unsäglichen Ur- und Weitesprachen oder tiefen und und aufbrechen kann, zu erblühen und einzuströmen vermag.. es ist ein unendliches Öffnen und es kann in Welten sein, die man gemeinsam zum ersten Mal betritt.
Also unsere Lautung ist absolut SICHERLICH NICHT nur ein Dahingegackere nach dieser oder jener Grammatik und zu Sachverhalten, an denen man sich anhau’n kann, oder die einen abwatschen könnten auch <<.
Lieben, also meine eigenes Michharmonischströmenfühlen.. DAS kann sich an VÖLLIGST Untersciedlichem festmachen. UND DA IST WESENTLICH!! denn wenn eine Raum- und eine Wesensgrundronangesprochenheit, – erklingen vorliegt, also bemerkt wird, dann ist das etwas völlig anderes als „Lieben“ oder als „Liebe“, als wenn irgendwelche von mir eingesogenen auch, Mackenlisten da losgehen und zu feuern beginnen, und ich meine halt, „ahhhh, ich liebe ja!“ oder „ich begehre“. Also INTENSIVIERUNG wird gerne prostituiert, um an anderes in oder hinter dir oder an dir, zu gelangen. OHNE OFT.. das Dasselbstverstehen des anderen „Liebenden“.
Also alle diese Gschichtln.. sind ganz anders sowohl zu genießen als auch zu verstehen, sich dem zu widmen, anstatt gleich loszurennen, „naja, ich liebe ja“. alles gut, aber willst du, wollt ihr wie Romeo und Julia enden, genußzerfetzt von Zerstörerverbänden… von denen gibt’s weit mehr als echte Liebeklangtragefähige. Also ein Lieben dann ins Wir zu führen, ist noch einmal ganz eine andere Könnerklasse. Weil noch viel mehr Pfuscher und Selbstbildbefriediger dich Leuchtendes urgerne als Tapete IHRER Hirnmassageräume möchten, und gnadenlos fladern, für nichts als dafür. __merke, habe heute eine komischen Schreibtag, stehe aber vollst dazu , grins dem Grinde!
Wenn dich dann, nachdem du neues Emotionalfutter geangelt hast, dein Altgewohntes /mit all seinen BANDEN, mit denen es dich bisher zu gängeln und constringieren verstanden hat, NUN DOPPELT GIERVOLL: jetzt gibt es mehr zu saugen als nur dich, DURCH dich nun auch noch ein frisches gebenwollendes Dirttes: BESSER GEHT NICHT! DENN DAS IST JA GEFAHRLOS, wenn man durch deine dunklen Flecken, wo man dich schon dir selbst genommen hat, durch das flicht… gagagugu, wie oft ich das schon gesehen, auch erlebt.. habe, Ö D E !!!// so wieder so ganz einsaugen kommt, und nun das „neue“ in sich mitverschlingen möchte… ahhhhh. Naja..
Du hast ein Haus? Ja, und zwei ausgehungerte Eltern darin auch. Was glaubst du, mit welch GEÜBTER Infantilität die darauf warten, sich an dem jungschwingenden Glück ihre Fleischbrocken herauszustechen… salamitaktiken und so weiter… ES GIBT JA nur ihre Regeln! Jaja, dem Trick simma schon öfter begegnet, als Schöpfergott und als Erlöser kocht man genau das im tiefsten Onanierpott. So easy. Wirkulturlos und das „schlau“, service-to-self bis in die Puppen, als Puppen, und mit der Graumsakeit von Bluthunden unter Drogen: ausgerastet! iiiiiiii sposiiiiiiniiiiii. Oh, ja.
⋱⎛̰˜͠〰〰〰🙃🍇🐬〜🤔🤗🌻⎞͠⎝~〜~∽˜ ˜ ˜ Schreibanlaß: mein eigenes Erleben und
___________sehen Sie, ich habe so inetwa 23 Jahre unter den Weiterentwicklern der lateinischen Sprache – was man sicherlich überdies auch anders ehen kann, aber immerhin… leben dürfen. Ich LIEBE das Italienische verloren. Hier gibt es Kulturraum um Kulturraum, welcher sich beeindruckend, staunenerregend, hinreißend, sagenhaft kultiviert und so weiter.. zu öffnen wachsenläßt.
WENN ich mir hingegen dieses imperum romanum-„DENKEN“ da ansehe… dann sind wir echt bei primitivsten Herumkreichvolkschaften, die in ihrem eigenen Körpergefäß echt nicht fühlwarum zu werden verstanden haben!!
Ejakulation f. ‘schnell Hervorgebrachtes, rasch Hingeschriebenes’ (18. Jh., Goethe), medizin. ‘Samenerguß’ (19. Jh.), gelehrte Ableitungen (medizin.-lat. Ejaculatio) von lat. ēiaculārī ‘heraus-, hervorschleudern, -werfen’.
Was bitte, soll ich, auch als Mutter eines Sohnes und ein Tochter DAMIT!!?
Das was gerade als Seellose so aufschwimmt, allenthalben.. DAS hatte diese SpRACHE der Verständnislosigkeit: die sind und waren schlicht nicht körpergeeignet im Strömendachsendfühlweben Erde. Da zuerst einmal sich wohl alles überall verteilt, ereilt die nun ihr Hierhinausfall.
Sie „hatten ihre Chance“, sie haben diese NICHT für eine eigene Wirauffaltung genützt, sondern nur zum Sichlallendinlebenkrallen,
nun ja.. und nun vergehen sie, und der Raum ist von ihnen gereinigt, bald.
Und nun letztendlich ist es nicht UNSERE SÜNDHAFTIGKEIT (ich erinnere an das als Christusgestöhn, gell!!), es ist nicht unsere Mangelhaftigkeit… sondern schlich das Enden der Unbegonnenen, der Werdelosen, der SchängungsBETENDEN! MORDEN BETEN!! Ja, hammas! UND TRINKT MEIN BLUT, eßt meinen Leib!!!
Was habt ihr bitte für Hirnverwendungen!!!? Schnurgrad über den Großglockner und seine Lockerln?????! MIT WELCHEM GEFÄHRT, WENN ICH FRAGEN DARF. bp, also echt amal!!
.
JA WIE GEHT DENN NUN BETEN?
DAS kann ich dir sagen!
Das kann ich echt und pur. FÜR MICH!
Und wenn ich dir mein Beten erzähle, ersteht dir vielleicht ganz ganz rasch sogar, das Deine.
Und es kann sein, es ist weit wunderwunderschöner als meines, wie es mir genügt und ich es liebe.
Tautropfen im DOm,
um die Friedrichgrablege sind Wassertropfen raumnaturwahr, wohl Kondensation..
wir wollen einmal sehen,
wie Lymphemenschen mit den steigenden Herzwässern wirklich wortgehen, sich betstimmend, archimetrierend, sich als Raumwesen wieder weitend in Allsein, mit diesem kostba warmen Körpergefäß in diesem Erdeleib und -leben werde-auch.
Wahr und eigentlich müßte ich da um Mitarbeit ersuchen; ich weiß aber nicht, ob das irgendjemanden interessiert, mit Kriterien völligen Fühldenkmenschernstes.
Tja..
in Gottes, des geneigten Raumes, Traum.
Was daraus entsteht, ist Gott schön.
_________hier ist natürlich weiterzuschreiben… denn das ist ja noch nicht einmal der Anfang des WIE DU ALS LIEBEWUNSCH ZU GESCHEHEN GEWAHRST UND DAS WIR St.
Lieben, also harmonisch hüllenbeschallen, bespielen.. kann ich eine Landschaft, den Abendgeräuscheklang.. also hier geht es um DAS Lieben, welches von so vielem, eigentlich allem, IN DEN EIGENEN WESENSRAUM entstehend geschehen kann.
Es geht mir hier nicht um die Bandespiele, also den Begegnungsraum und seine Auffaltung und Werdegeschichte und Entwicklung, es geht mir nicht darum, was wirkt dieses Geschehen in mir im „Gegenpol“ /der das ja auch icht ist…// ________ hier ginge es mir wirklich um wie geschiehst du in der Gestimmtheit LIEBEN. Einfach das.. und das ist Kunst, und einfach nur als Exzellentessenz.
es gibt den Blick auf das andere Wesen.
daraus entstehe ich dann als Fühlgebilde selbst.
in diesem Mitentstehenden D-u fühle ich Speielendwerden, bespieltzuseinfühlen.
nun betrachte ich dieses frisch und überraschend mir wachsende als Ich, -ich.
also das sogenannte VERlieben..
geht zuerst nach innen, in B-Reiche, die man noch nicht selbst gewahrungserschossen hat, also wo das kleine eigene Bewußt-Sein noch nicht war
ernst das Glückliche, Freudige, Schöne, Edle, Tiefe, Gefährliche, Wahre, Ringende, Unmenschliche, Dunkelmutige, Waghalsige, Zeugende…
ja. Weil’s mich so echt freut!!
Und den seelosen Pfuschsackln: Winkewinke.
Ab wieder ins Nichtssein, denn kein EIN hat da zu entSTEHEN verSTANDen, einfach schal schlicht das.
Nehmt die bibel mit: genau die ist EUER VERBESSERUNGSNIVEAU! DIE WENIGSTENS habt ihr wirklich erarbeitet, auf eurem Versuch, LEBEN ZU WERDEN, MIT. MORDEN ZU BETEN und Nichtermordetwerden zu betteln.. naja, das war halt a wengerl hirnuntertuorig, so entsteht nicht Herz, so kann alleinklang nicht in dir Fuß fassen. Also das geht so echt nicht.
Naja, IRRE WEISE dachten, ihr braucht „diese Chance“. Das ist das Schöpfergottich-Syndrom, und ich find’s langsam echt nur mehr öde: wie alles Qualitätlose.. warum das um sich haben!!!?
Warum nicht ehren, was erschaffen worden ist, mit Herz, Hirn und Hand im Edel’Garde-Land, im Echtreich.
Es gibt für mich keinen Grund, immer dem Dumpfen, Schlechten, Mißgünstigen, Blödredenden hinterdreinzu hopsen. Nein. Il D’Uomo und D’io,
und ich werde Gott, dem Raum, sicherlich nie VORSCHREIBEN, wie es zu sein hat.
Ich lausche.. und wo das mein Herz bewegt, sage ich ja und gehe es, herzstark, unlöhnbar. Gott und ich rechnen nicht. Wir können es nur auch, aber.. wir erleben Maß und Fug tiefer, und wahrwarm sanft.
.
.
.
und Lieben ist auch: auf Liebe, oder zu lieben zu verzichten.
Das wird sehr gerne GAR NICHT erwähnt, entspricht aber dem tieferen Lieben, welches mit dem Reifen und auch Evolvieren eines Liebesgebildes über dessen Ende hinaus, liebend bleibt.
Gar nicht wenig Lieben geschieht erst, wenn das sogenannte Lieben längst schon als Hadern getreten in der Schnellen Augen und Meinungenmeinenzielen vergehend scheint.
Ist der Mensch Raum und Werden ewig
bleibt Kitsch beim Kitsch und pickt da nett.
(oder hängt eben rum <<<. )
.
Lieben ist eine ureigene, fürstliche Handlung,
eine Raumauffaltung in sich selbst, der man mit Enschlossenheit Wahrgestalt als Stimmung treuhandet.
Hat man den Garten ohne Gäste wahr gestaltgetaut, wird dieser weitaus wahrer, und bleibt auch wüchsig, als alles „reale“ Leben.
Wir sind Schöpferwesen, bei weitem nicht zutiefst in 3D.
Nimmt man diese Fähigkeiten ernst,
lebt man wahr, wahrend und gewährend.. aus eigenem, und ureigensten Regeln, welche man sich nach Wunsch zu geben gestattet, selbst.
Meinungen, selbst des „Geliebten“, schlagen hier nicht nagend an. Hier ist, wie es für mich ist.
Und wünsche ich mich förderlich, BIN ICH das. Da kann der oder das Andere sich i völlig andere Emotionen wuzeln, das auch mit Dritten aufladen.. hier gilt mein Wille und meine Güte und Punkt. Und genau so.. erlaube ich niemandem Übergriffigkeit, DAS WORAN DIE MEISTEN DINGE begegnungszugrundegehen, oder bals schäbig daherkommen, daß man vergißt, als was sie entstanden sind. Hier.. habe ich mich gelerht und lehre mich weiter, mich Pfuschern und ihren Halbheiten klar zu entziehen. Keine Kunst, letztlich, denn diese aufgeregten Hühner_ oder sagen wir richtiger: Halbheitenhandler und -händlerInnen __merken das eh nicht einmal <<<. Ihnen genügt ihre kunterbuntalleinheitsbraundahinknödelnde – manchmal zieht man noch etwas Frischeres dareinherein, dann ist kurz Festerl, Altundherzmorschwerdenverwachsenheit als „Leben eben“.
Lieben welches nicht schönt, ist D-EIN Pfusch.
Das ist damit meine Aussage.
.
.
Fußnote:
zumindestens Verstehen, die Dramatik des andere Wesens herzerkennen und ehren, und das Gesamte weich ablegen, das Edle gartenwahrend für immer, ist Grundanforderung, um dich einen liebenden Menschen zu nennen. Brauchst du das Depperl- Erbsünder- Niederersein des anderen, UM DESSEN GOTT dann zu werdenm, und wllst du dann böde und angebettelt und angebetet herumhängen infolge, dann gehörst du in die ebenfalls erwähnte Kathegorie Liebeskitschtuben.
m.bescheidenen Erlebens.
Warum? Weil das sogar ich zsammbring. Oft nach Jahrzehnten, ja, aber immerhin. Und keine andere Richtung gebe ich mir nicht.
Und dann ist es wohl so, daß andere Welten ebenfalls, durch meine das Ihre träumend, das meine zu einem
leichter leuchtenden weben, einfach so.. so wie man eine gedeckten Tisch einfach leer ißt, während man plaudert und das Convivum genießt. Und viel später erst auch, erzählt dir dein Erdekörper, daß auch er glücklich, satt und genährt ruht, während du in ihm Gespräche weiterführst, schöne Dinge entwerfend.. weil’s einfach kommt.