Neinneinnein, geliebte Ed. IT, das ist völlig anders!
15.07.2021

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Betreff: Tweet von Ayranman© (@Ayranmagman)
„Frischi, Frischi! Wie geht unsere Nationalhymne schnell?!“
https://t.co/i5dmzzqzvuhttps://twitter.com/Ayranmagman/status/1415270436502478851?s=20
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Betreff: Aw: Tweet von Ayranman© (@Ayranmagman)
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Betreff: Video: Kurz weigert sich, Hymne mitzusingen – Peinlich-Aktion in New York – zackzack.at
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Betreff: und das Gewölbefoto, bitte?
Wien? meine Privatuni! Prächtig!
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Betreff: Aw: Video: Kurz weigert sich, Hymne mitzusingen – Peinlich-Aktion in New York – zackzack.at
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in etwas Lady-likerem Stil
völliges jegliches Lügen und Betrügen Satthaben
https://www.youtube.com/watch?v=Z4t4G3qVm6Y
„They cannot feed on happyness“ ________ DAS GILT FÜR UNSERE GESAMTE AKADEMIKEREI! Warum? Sie ist bibelgeboren/aus dem Tehologieschen Menschenbild…. …. UND IMMER IMMER WIRD DIE WAHRE HIERARCHIE, die Kompetenzhierarchie nach und aus Fähigkeiten dadurch umgeworfen!!!! Wer etwas kann, hat sich nicht mit Intrigieren beschäftigt… und rasselt mit seinem gesamten kostbaren für das Wir-Können…. in den Hämesand! Geht als Lehrender verloren und und
WEIL UNSERE MEISTER JESUSSE CHRISTUSSE SIND. Blöd/unbrauchbar für egal was Echtes = wie Jesus Christus…
das HIRNwutichichichnurdurchmichHierarchische ist ja voll lächerlich!
es gibt die VOLL HERZSTRÖMENDEN_in jeden Raum,
da sind die herzfrisch als gesamter Raum gesamtraum-Begegnenden /also nicht die Herauspicker, nicht die Fürihrezweckezerstückler, -hineinstecker und so weiter.. DIESES MINDER=TEILBEGEGNEN, das sich zum Herren kreischt.. Das ist elendiglich deppert, und mit Jesus Christus immer noch als WINNER unterwegs, auf UNS ECHTRAUMGANZNEHMENDEN. Und das reicht echt!&//, mit Wohlwollenwellen alles umgebend mit Freude, was sie angreifen oder wen sie andenken
ENDE DIESES DRECKS da
Endlich bürgerschaftechte
Befugnisse für unsere 48er!
Wir verstehen uns als Zusammenarbeitende in diesem Land.
Und wer das noch als Krönchen über Würstchen zu tun meint,
wird wohl auf Zacken zu sitzen sich finden, was popschiwehweh tut.
Wer sich „oben“ deucht, die da mit dem Arsche fressen…. da kommt eben Komisches dann aus dem Mund, und das Gehirn nährt sowas vielleicht auch nicht. Mit der nun untergehenden Spritzfleischmedizin, wobei alles Akademische /Academos, herziger Hainheros in aam Griechendreihitzemoogarebaamerlmitnandplatzl// sich aus der Theologie und Bibel ja entwickelte…. AUS CHRISTI ICHBINBESSERihrseidblöd und ihr kommt meiner „Liebe“ nicht aus, pena l’INFERNO!!!
luci-fer
inferi.. da iss weit zu viel Herumtragerei, zu viel B-RINGEN!
… zu viel colpo ferire
senza colpo ferire
Der hervorragende Treccani zu ferire
ferire v. tr. [lat. ferīre] (io ferisco, tu ferisci, egli ferisce [ant. fière o fère], ecc.; v. anche fedire). – 1. a. Colpire, direttamente o indirettamente, con un’arma o con altro oggetto tagliente o contundente, provocando ferita: f. di coltello, di pugnale, di spada; f. con un sasso, con un pugno, con una fucilata, con due colpi di rivoltella; f. nella testa, in un braccio, alle gambe; f. leggermente, gravemente, a morte; prov., chi di spada (o di coltello) ferisce, di spada (o di coltello) perisce (il proverbio è citato anche con le forme verbali ant. fère … père); sostantivato: Gronda il sangue; raddoppia il ferir (Manzoni). Nel rifl., prodursi una ferita: s’è ferito con un temperino; è caduto e s’è ferito a un ginocchio. b. fig. Arrecare dolore morale, afflizione, turbamento profondo: f. qualcuno nell’onore, nell’amor proprio, o f. l’onore, l’amor proprio di qualcuno, offenderlo; anche assol.: le sue parole mi hanno ferito, offeso, addolorato; f. il cuore di una persona, farla innamorare, o procurarle grave dolore; nell’uso poet., suscitare innamoramento improvviso: Entro quel cor, che i begli occhi feriro (Dante). 2. estens., letter. Colpire, percuotere: ferì ’l carro di tutta sua forza (Dante). In partic., f. l’orecchio, detto di suono, voce, grido, spec. se alto, stridulo: un lungo grido, Un alto duol l’orecchie gli ferìa(Ariosto); f. l’occhio, la vista, di luce, o visione improvvisa e sim.: una luce così intensa che feriva gli occhi; e intanto il guardo Steso nell’aria aprica Mi fere il Sol (Leopardi). Nell’uso ant., con compl. dell’oggetto interno, f. colpi, percosse, darli, menarli: Ferìa maggior percosse il Re Gradasso (Ariosto); rimane ancora nella locuz. com. senza colpo ferire, senza servirsi delle armi, senza spargere sangue, senza trovare resistenza (anche fig.); con la stessa costruzione, ma con altro sign., letter. ant., ferir torneamento, giostrare, combattere in un torneo (v. fedire). 3. fig., ant. Mirare, tendere a un luogo o a un fine: qui comunemente feriva la sua intenzione (Segneri); anche intr., f. a un fine (v. fedire). ◆ Il part. pres. ferènte (anche come agg.) è raro o poet.: San Giorgio con l’asta ferente (D’Annunzio). ◆ Part. pass. ferito (ant. feruto), anche come agg. (v. la voce).
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lucìfero agg. e s. m. [dal lat. lucĭfer –a –um, comp. di lux lucis «luce» e –fer «-fero», calco del gr. ϕωσϕόρος]. – 1. agg., letter. In senso etimologico, che porta la luce, che dà luce: Il dio dalla l. quadriga (D’Annunzio), Febo, il Sole; nel passato fu talora usato come attributo di materie fosforescenti. Nel linguaggio giur., finestre l. (dal lat. tardo dei giuristi luciferae fenestrae), quelle, dette anche luci, che dànno luce e aria alla casa ma non consentono, come le vedute, di affacciarsi e guardare sul fondo del vicino. 2. Come nome proprio, denominazione letter. del pianeta Venere nelle sue apparizioni mattutine (mentre nelle apparizioni serali è detto Espero): la grazïosa stella, La qual lieta si leva inanzi a l’alba, E lucifero ha nome (T. Tasso); già i Greci designarono con il corrispondente nome di Φωσϕόρος il pianeta, per il suo brillante splendore che lo distingue specialmente sul declinare della notte. 3. Satana, il demonio; particolarm. il principe e il più bello degli angeli che promosse la ribellione di questi e, sconfitto dall’arcangelo Michele, fu precipitato nell’inferno, ove divenne il capo dei demonî. Nell’uso com., il nome s’adopera in alcune locuz., per lo più con iniziale maiusc. (essere un L. di superbia; parere, diventare un L., di persona infuriata; è un vero L., di persona rabbiosa, cattiva e sim.), meno frequenti di quelle analoghe formate con la parola demonio.
dann ist Raum Raum,
wo Gedeihen klingt und liedet, steht, wächst, wurzelt, achseströmt.
Was kommt: niemand kann weiter dahinblöden, und verlangen, daß alle anderen um ihn hinter ihm aufräumen, oder aus SEINEN Handlungen ihm keine Folgen entstehen. Das wird einige, die sich kinderldahinblöden, und vertrocknetebimbodahinfluchen etwas verstören: daß ihr Hirn plötzlich Wirwert zu arbeiten hat, und nicht nur ihre Ichonanierereien und Bohrereien in Gutes anderer hinein, als „M8“. Die werden einiges an sich selbst zu machen haben…. die Bimbos und die Hochwürden, und die Schlauen insgesamt, mit ihren Paravent“anständigkeiten“….. jaa. Guut iss das, urgut.

Gracht, Symbole https://www.paranormal.de/paramirr/geo/symbol/luwef/gracht.htm
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| Medium: | Feuer / Luft | |
| Beschreibung: |
Die Kraft, die während eines Gewitters Blitze entstehen läßt, unabhängig davon aber auch Geistes-Blitze und blitzartige Erkenntnisse im schöpferischen Sinne. |
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| Anwendung: |
Als Essenz trinken oder als Amulett tragen. |
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absolut _ TRECCANI!! vielleicht ist ja von euch fürgegeneuch zu lernen…?
assoluto²
assoluto2 agg. [dal lat. absolutus, part. pass. di absolvĕre «sciogliere»]. – 1. Libero da qualsiasi limitazione, restrizione o condizione (contrapp. quindi a relativo): potere a.; libertà a.; volontà a.; giudizî troppo a., perentorî, dogmatici; governo, sovrano a., quello che riunisce in sé ogni potere, senza alcuna limitazione. Con usi estens.: a. Urgente, imprescindibile, soprattutto in unione con sostantivi come necessità, bisogno e sim.: avevo un bisogno a. di vederti; trovarsi nell’a. necessità di fare una cosa. b. Nel linguaggio giur., diritti a., quelli che possono essere fatti valere contro chiunque, non essendo rivolti, come i relativi, a un soggetto determinato. c. Nel linguaggio del teatro, prima donna, prima ballerina a.; primo tenore a. e sim., per indicare il ruolo preminente dell’attore, dell’artista che stipula il contratto. Con altro sign., riferito a rappresentazioni, soprattutto cinematografiche, ma anche sceniche, operistiche, prima a., prima visione a., prima esecuzione a., esclusive, che sono date soltanto in quel cinema, in quel teatro, prima della distribuzione in altre sale della città, o della nazione, o del mondo (prima mondiale assoluta). d. Nello sport, campionati a. (o, come s. m. pl., gli a.), quelli in cui vengono conferiti titoli nazionali (in contrapp. ai campionati locali o di categoria); campione a., quello che ha conquistato un titolo nazionale; primo a., o vincitore a., il primo classificato di una competizione cui partecipano varie categorie per ciascuna delle quali (oltre alla classifica a., che tiene conto dell’effettivo risultato) vengono stabilite graduatorie particolari; analogam.: secondo, … quinto assoluto. 2. In grammatica, di costruzione che è formalmente isolata nel periodo, non ricollegandosi al resto né per mezzo di congiunzioni né con altri legami sintattici; in italiano si ha comunem. con il participio (detto questo, se ne andò; ciò premesso; ecc.), o anche con il gerundio (strada facendo; così dicendo; ecc.); per le costruzioni dell’ablativo a. e del genitivo a., rispettivam. in latino e in greco, v. ablativo2, n. 2 e genitivo. Uso a. di un verbo (o anche di altra parte del discorso), quando è usato senza il complemento che di solito gli si accompagna (per gli esempî, v. assolutamente). Comparativo e superlativo a., quando questi rispondono a un’idea di superiorità indipendentemente da qualsiasi comparazione (v. comparazione). 3. Nel linguaggio scient. ha usi e sign. particolari: a. In matematica: valore a. di un numero realerelativo, diverso da zero, il numero stesso se esso non è negativo, altrimenti il suo opposto; massimo (o rispettivam. minimo) a. di una funzione in una certa regione del suo campo di definizione, un valore della funzione tale che ogni altro valore assunto dalla funzione in un punto della regione è inferiore (opp. superiore) o uguale a esso. b. In fisica (generalm. in contrapp. a relativo): densità a., peso specifico a. (v. densità, n. 2 a; peso2, n. 1 a); moto a., un moto rispetto a un riferimento (almeno convenzionalmente) fisso; temperatura a., zero a., nella scala a. (o scala Kelvin), condizione della materia in cui la temperatura di un corpo deve ritenersi nulla dal momento che nulla è la velocità molecolare. c. In chimica e nell’industria, alcol a. (ma anche, più genericam., di altro liquido che solitamente sia usato in soluzione), puro, al 100%, non contenente acqua. d. In meteorologia, umidità a., la massa di vapore acqueo nell’unità di volume d’aria. 4. s. m. a. In filosofia, ciò che ha realtà per sé stesso, che non dipende cioè da altro ed è incondizionato: il concetto dell’a.; la ricerca dell’a. nella storia del pensiero; in partic., nella filosofia greca, ciò che, sottratto alle vicende del divenire, è per sé stesso compiuto e perfetto. Con sign. analoghi, anche come agg.: la verità a.; la sostanza infinita e a.; lo spirito a. nella speculazione idealistica. b. In assoluto, come locuz. avv., assolutamente, sotto un aspetto generale e indeterminato, senza tener conto di casi o circostanze particolari: le azioni umane non vanno giudicate così in a., ma in rapporto al fine cui sono rivolte. ◆ Avv. assolutaménte (v. la voce).
Da Bimbonimbo hood a End.
und auch das ist wahr, denn in einem meiner ersten mir gestatteten Gespräch im Stephansdom waren diese beiden Worte Schlüssel. Kennen Sie das auch? Als Kindchen vielleicht hat Ihnen ein Erwachsener einen Satz gesagt. Irgendwie blieb das in Ihrem Fühkleidchen hängen. Und im späteren Erwachsenenalter leuchtet plötzlich ein Edelstein fröhlich daraus, und Sie verstehen.. ein wenig, und nun in Ihrer Art, die Sie als Kindchen gar noch nicht „haben“ konnten. Tja, so irgendwie.

danke, wer immer diese traumhaft schöne Lichtskizze so reich und wahrraumgediegen auggebar.
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